La Messa in Coena Domini: Cuore del Triduo Pasquale e Mistero d’Amore
Ogni anno, con l’arrivo del Giovedì Santo, la Chiesa Cattolica celebra la Messa in Coena Domini. È il punto d’inizio del Triduo Pasquale, il vertice dell’anno liturgico, in cui si ricordano gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù, la sua Passione, Morte e Risurrezione. Ma che cosa significa “Messa in Coena Domini”? Qual è la sua origine? E quali gesti liturgici la rendono così unica? Scopriamolo insieme.
Il significato della “Messa in Coena Domini”
“Coena Domini” significa “Cena del Signore” in latino. In questa celebrazione si fa memoria dell’Ultima Cena che Gesù condivise con i suoi discepoli prima della Passione. In quella sera, Cristo istituì due sacramenti fondamentali per la vita cristiana:
L’Eucaristia: offrendo il pane e il vino come suo Corpo e Sangue, anticipando il sacrificio della Croce.
Il Sacerdozio ministeriale: dicendo agli apostoli “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19), Gesù affidò loro il compito di perpetuare la sua offerta.
Oltre a questi, Gesù compì un gesto che ancora oggi interpella ogni cristiano: la lavanda dei piedi, segno concreto di servizio e umiltà.
Origini storiche e sviluppo liturgico
Le prime comunità cristiane celebravano la Cena del Signore già nel I secolo, come testimoniano gli scritti di San Paolo (1Cor 11,23-26). Con il tempo, la Chiesa ha istituzionalizzato questa celebrazione nel Giovedì Santo, inserendola nel ciclo liturgico della Settimana Santa.
Nel Medioevo, la Missa in Coena Domini acquistò grande solennità: spesso vi si associavano anche riti penitenziali, come l’assoluzione pubblica dei peccatori. Fino al XX secolo, in molte parrocchie si celebrava al mattino; fu con la riforma liturgica del Concilio Vaticano II che fu riportata alla sua giusta collocazione serale, per rievocare il momento in cui avvenne l’Ultima Cena.
I gesti e i simboli della liturgia
La Messa in Coena Domini è ricca di segni che parlano al cuore e alla fede:
1. L’inizio del Triduo Pasquale
Questa Messa non si conclude con la benedizione finale: il Triduo è un’unica celebrazione che si snoda in tre giorni. Dopo la comunione, l’altare viene spogliato e il Santissimo Sacramento viene portato in processione all’Altare della Reposizione, dove i fedeli possono adorarlo in silenzio, ricordando l’agonia di Gesù nel Getsemani.
2. La lavanda dei piedi
È forse il gesto più noto del Giovedì Santo. Il sacerdote, seguendo l’esempio di Cristo (Gv 13,1-15), si china a lavare i piedi ad alcuni fedeli. Questo rito richiama l’invito a vivere il Vangelo nel servizio umile e disinteressato verso gli altri.
🕊 "Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi." (Gv 13,15)
3. Il canto del Gloria
Dopo essere stato omesso per tutta la Quaresima, il Gloria viene finalmente intonato con gioia, accompagnato dal suono delle campane, che poi taceranno fino alla Veglia Pasquale. È un momento di luce in mezzo alla penombra della Passione imminente.
4. La consacrazione del pane e del vino
Nel cuore della celebrazione eucaristica, si rivive il gesto di Gesù che spezza il pane e lo dona ai suoi discepoli. È la prima “Messa” della storia, quella che ha istituito l’Eucaristia come memoriale eterno.
Curiosità e tradizioni popolari
La visita ai “sepolcri”: in molte parrocchie italiane, dopo la Messa, i fedeli compiono la tradizionale visita agli Altari della Reposizione (detti appunto "sepolcri"), spesso allestiti con fiori e grano germogliato. È un gesto di preghiera e contemplazione.
Il silenzio delle campane: dalla fine della Messa in Coena Domini fino alla Veglia Pasquale, le campane tacciono in segno di lutto per la morte del Signore. In alcune regioni, si dice che “le campane volano a Roma”.
Il pane non lievitato: proprio come quello usato da Gesù, molte comunità utilizzano l’azimo, il pane senza lievito, simbolo di purezza e prontezza (Es 12,11).
La Messa in Coena Domini non è solo una commemorazione, ma un’esperienza viva del Mistero dell’amore di Dio. In essa siamo invitati a ricevere il dono dell’Eucaristia, a vivere il servizio fraterno e a entrare con Gesù nel cammino della Passione. Parteciparvi con cuore aperto significa entrare nella profondità del mistero cristiano, lasciandosi trasformare dalla carità del Maestro.
✨ “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (Gv 15,13)
Preghiera
Signore Gesù, che nell’Ultima Cena hai donato te stesso nel pane e nel vino, aiutaci a comprendere la grandezza del tuo amore. Donaci un cuore umile e pronto al servizio, come il tuo. Fa’ che ogni Eucaristia sia per noi fonte di vita e di carità. Amen.
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